venerdì 2 marzo 2007

La profanità, ovvero il fallimento del pensiero puro

L’uomo, l’individuo, nasce. Nell’esatto istante successivo la sua nascita, interagisce con ciò che lo circonda, ed entra a far parte di un immenso organismo di relazioni ed esperienze, concrete o astratte che esse siano. Si immagini un pensiero puro, non contaminato da sostanze che ne modifichino, in peggio o in meglio, le qualità: ogni più piccola ed insignificante relazione che si instaura fra tale pensiero (proprio dell’individuo considerato per se stesso, astraendo dal contesto del quale fa parte) e ciò che lo circonda costituisce una contaminazione, la quale va a macchiare irrimediabilmente la purezza di questo che, in quanto contaminato, perde ogni purezza. Si può quindi ipotizzare che nell’esatto istante successivo alla nascita di un uomo, la purezza del suo pensiero venga meno e, anzi, cessi d’esistere.
Il fallimento del pensiero puro risiede nell’atto del nascere. Ora, ovviamente, un neonato crescerà e guarderà il mondo che lo circonda con occhi di curioso, di esploratore, e di tutto ciò che vedrà, vorrà intenderne significato, origine e storia. Stando a quanto precedentemente ragionato, il suo pensiero esploratore non è puro, ma si può dire che esso si comporti come se lo fosse, o che almeno sia sua intenzione comportarsi da tale. Ed è esattamente qui, in questa attitudine al voler scoprire senza conoscere niente, al voler ragionare su ciò che non si conosce, che risiede ciò che io chiamo Profanità, l’attitudine a relazionarsi con ciò che ci circonda senza averne prima inteso significato, origine e storia. Bisogna, ovviamente, premettere a tutto questo gran ragionare (come gia operato nel titolo) che la profanità va considerata quale fallimento di un pensiero puro, al contempo indice di immaturità ed elaborazione.
Il profano è colui che si atteggia ad ignorante per pervenire ad una percezione di ciò che lo circonda più pura ed incontaminata possibile, per quanto impura e contaminata tale percezione già sia.
Ciò che fu a lungo creduto frutto di pura elaborazione, mi si rivela ora la più infima delle contaminazioni; un sistema che credevasi puro si rivela ora una raccolta di appunti, scritti secondo un ordine dubbio, riflessioni influenzate da chissà quali discorsi o letture.

sabato 24 febbraio 2007

Il profano

Il blog Canavesano per la filosofia